Il Wing Chun Kuen è un metodo di Kung Fu tradizionale cinese codificato intorno al 1600 d.C.

L’aspetto primo e più importante di questo efficace sistema di combattimento è il suo orientamento alla difesa personale, che ne fa un sistema sempre attuale.

Nonostante l’evolversi nel tempo dei sistemi di lotta, il Wing Chun ha la facoltà di rimanere sempre valido perché si fonda su principi che si basano sulla forma del corpo umano e sulle leggi della fisica.

Le teorie e le tecniche sono tradizionali, le applicazioni che da esse ne nascono, variano col tempo in funzione delle modalità con cui siamo attaccati e variano nello spazio in funzione dell’aggressore. Se chi ci attacca per farlo usa calci o pugni, o qualsiasi altra arma del corpo, i principi del Wing Chun ci forniscono la migliore indicazione per difenderci, sempre, indipendentemente dalle modalità dell’aggressione. Se chi ci attacca è alto o basso, grosso o nervoso, il Wing Chun Kuen ci insegna a tarare le nostre difese sul nostro corpo e i nostri attacchi sul corpo dell’avversario, direttamente verso l’obiettivo. Tradizionalmente il Wing Chun non prevede applicazioni nella difesa a terra, ma nella pratica ci si rende conto che anche a terra i principi di questo stile di Kung Fu, sono altrettanto validi e applicabili che in piedi. Queste sono le teorie attorno alle quali si svolge l’insegnamento del Wing Chun nella scuola del Gran Maestro Ip Chun e dei suoi rappresentanti.

 

In Europa tale filosofia d’insegnamento è ottimamente proposta da Si Kung S. Rawcliffe e da Si Fu A. Riccardi. Entrambi possono vantare un enorme bagaglio d’esperienza sia marziale sia di vita. Si Kung Rawcliffe iniziò a praticare Wing Chun oltre 20 anni fa e da allora ne ha fatto un sistema di vita. E’ uno dei pochi allievi europei presenti nelle rare foto appese ai muri della Ving Tsun Athletic Association di Hong Kong, fondata dal grande Ip Man. Si Gung ha prestato il suo servizio di guardia del corpo a innumerevoli personaggi (tra cui anche molti attori e attrici) e tutt’oggi lavora come guardia del corpo.

Durante i molti seminari che tiene in Italia spesso capita di apprendere come un certo principio si possa applicare in una situazione reale, quale sia la migliore tecnica che ne nasce e ascoltare poi un esempio di vita vissuta, tratto dalla vastissima esperienza di vita di Si Gung Rawcliffe.

Né d’altro canto l’esperienza del Maestro trae origine dal solo Wing Chun o dalla sola esperienza pratica, ma anche dallo studio di altri sistemi di combattimento. Allo stesso modo Si Fu Riccardi ha un ricchissimo background culturale nelle arti marziali che spazia dal Pugilato alla Muay Thai, dallo Shaolin all’Eskrima Filippino, con un’innegabile esperienza pratica. Del resto tutte queste sono, o dovrebbero essere, caratteristiche comuni agli insegnanti di arti marziali, poiché per insegnare al meglio uno stile pratico ed efficace è indispensabile conoscere molto bene più di un sistema di lotta, onde evitare di limitare la propria conoscenza e rischiare di trovarsi assolutamente impreparati all’imprevisto. Non è un caso infatti che nella nostra scuola s’incoraggi, invece di osteggiare, la conoscenza di altri sistemi di lotta. Siano essi moderni o tradizionali, di stili diversi o semplicemente dello stesso stile ma magari di diverse scuole.

Ecco perché quando ci alleniamo chi ci attacca lo fa spesso senza dirci né come né quando. Ma non abbiamo interesse a sostenere di essere i migliori o i più forti, ci interessa sapere come difenderci se siamo aggrediti, ci interessa sapere come fare per poter ritornare a casa e possibilmente senza danni. Non ci importa come. Siamo sempre aperti e interessati all’esplorazione ed è sempre con sorpresa che notiamo che a qualsiasi problema (e non sempre esclusivamente di difesa personale) il sistema del Wing Chun abbia già una soluzione. Un esempio “provocatorio” è quello che spesso viene affrontato durante i seminari: la difesa da aggressione col coltello. Cosa fare se qualcuno ci vuole derubare e ci sta minacciando con un coltello? Semplicissimo: dargli i soldi. Il nostro obiettivo non è quello di picchiare, di arrivare primi o di vincere un incontro. Ma è quello di difenderci. E poi, quanto possiamo portare nel portafoglio? Ricordo che proprio durante un seminario fu fatto un esempio del genere, al che uno dei partecipanti riferì che un suo parente, un portavalori, era rimasto ucciso proprio perché aveva tentato di reagire ad una rapina. A lui va da noi tutti un caloroso saluto. Quanto portava nella valigia? Il valore della propria vita? E se anche fosse stato così, ha perso entrambe.

Noi lo gridiamo a gran voce: non vale la pena difendersi da un coltello. Il coltello taglia, e ci può uccidere. Che difesa personale sarebbe quella che prevede tra i possibili (e probabili) rischi quello di morire? E’ molto più efficace e intelligente un sistema che dia consigli coi quali si evita di mettersi in ulteriore pericolo. Diverso è avere invece la certezza che se non ci si difende si rischia comunque qualcosa a cui teniamo più della vita. Magari ci vogliono violentare o, più verosimilmente nel caso di un uomo, vogliono violentare qualcuno a cui si tiene, la compagna o la figlia. Magari abbiamo la certezza di trovarci davanti a un individuo che non ragiona e che forse tenterebbe di ucciderci comunque.Allora, prima gli si dà ciò che vuole (sia esso il portafoglio o una qualsiasi ammissione della nostra inferiorità: “Hai ragione, ti chiedo scusa”) poi, nel caso tentasse di colpirci, si può, si deve, tentare di difendersi.

E ancora una volta, come sempre, il Wing Chun ci viene incontro con i suoi principi, gli stessi che ci propone quando ci dobbiamo difendere da qualsiasi altro tipo di aggressione. Il “segreto” per non farsi trovare impreparati è quello di adottare principi che siano validi sempre, è quello di aspettarsi sempre il peggio, per evitare che quando il peggio si presenta non sia inatteso. Un consiglio che ho personalmente tratto dall’insegnamento del Wing Chun e che cerco di applicare anche nella vita di ogni giorno, è di andare dritto al mio obiettivo, controllando ogni ulteriore possibilità di “interferenza”.

Il Wing Chun è il nostro stile, l’Italia Wing Chun Kuen è la nostra scuola e il nostro scopo è la difesa personale.